Linkedin come funziona per le aziende la richiesta di contatto

Connettere le persone e le aziende è la mission di LinkedIn, ma come funziona esattamente la dinamica del “fare rete” in questo social network? Tutto parte dalla richiesta di contatto.

Tra i mille aforismi del sempreverde Oscar Wilde, oltre all'ormai stra-abusato "purché se ne parli"*, è rimasto nei secoli anche “Non c'è mai una seconda occasione per fare una buona prima impressione”.

Questa frase, in questi burrascosi tempi dall'attenzione sempre rapita da 1000 notifiche, acquisisce un nuovo significato: siamo nell'era dei 30 secondi di Tik Tok e non dei 212 minuti di Ben Hur.

LinkedIn gode di tempi un po' meno stringenti rispetto ad altri social, nelle classifiche di tempo di permanenza sul singolo contenuto il nostro social professionale preferito batte tutti: là dove un utente Instagram perde 3 secondi, su Linkedin trascorre decine di secondi a leggere, quando non addirittura minuti interi.

Questo però non ci autorizza ad essere prolissi, specialmente quanto dobbiamo mandare una richiesta di contatto: infatti il sistema previene la possibilità di presentarci con "Guerra e pace" limitando i caratteri della nota che abbiniamo al "vorrei aggiungerti alla mia rete".

Ma andiamo con ordine.

Richiesta di contatto LinkedIn: cos'è e perché farla

In origine LinkedIn consentiva di mandare la richiesta di contatto con i meccanismi tipici di altri social, ovvero senza dettagli di sorta. Poi è stata implementata la nota per migliorare l'efficienza del sistema: l'utente che riceve la richiesta di contatto ha un quadro più chiaro della situazione, l'avere nero su bianco la motivazione del contatto consente di decidere subito se è il caso o meno di proseguire.

Dalle statistiche di LinkedIn è emerso che una richiesta di contatto completa di nota ha una probabilità drasticamente più alta di essere presa in considerazione (qualche test parla di un 74% in più rispetto alle richieste nude e crude).

Come scrivere la nota della richiesta contatto LinkedIn

Dobbiamo innanzitutto partire da domande esistenziali quali:

  • chi siamo?
  • dove stiamo andando?
  • c'è vita nell'universo?

Ma senza divagare nella cosmogonia, possiamo usare questo paradigma a 2 punti: a chi ci rivolgiamo e perché.

Perché vogliamo contattare qualcuno su LinkedIn?

Quindi individuiamo esattamente la ragione per cui noi vogliamo espandere la rete di contatti:

  • stiamo cercando nuovi clienti?
  • vogliamo entrare in contatto con altre persone del nostro settore per aggiornarci?
  • stiamo cercando lavoro?

Di lì in poi rintracceremo le persone interessanti tramite vari strumenti: gruppi, hashtag, pagine aziendali, etc..
Nella nostra testa dobbiamo tracciare un profilo preciso della “persona tipo”, la “buyer persona”, che vogliamo contattare.
Quindi spendiamo un po’ di tempo a capire 2 cose: a chi ci rivolgiamo, cosa potrebbe essere nelle sue corde, e cosa potrebbe dargli fastidio.

Veniamo ora alla questione più complessa.

Come presentarci al meglio su LinkedIn attraverso la nota della richiesta di contatto?

Prima assicuriamoci di avere il profilo aziendale compilato in modo corretto:

  • se non mettete foto profilo, un minimo di descrizione su cosa fate, diventa facile venire scambiati per un utente fake;
  • se al contrario il vostro profilo racconta tutto di voi, consente al vostro futuro nuovo collegamento di capire che siete una persona "normale" -e, chissà, magari molto interessante.

Poi possiamo quindi scrivere serenamente il motivo della nostra richiesta.

  • Ho trovato il tuo contatto nel gruppo "nome_gruppo" e i contenuti che posti sono molto interessanti.
  • Ciao, ti aggiungo perché ho letto il tuo interessantissimo articolo |titolo_articolo|
  • Buongiorno, lavoro per |nome_azienda| e mi occupo del reparto commerciale
  • Sto svolgendo una ricerca per un progetto universitario sul settore |nome_settore| e vorrei sottoporle un breve questionario.

Come completare il messaggio di presentazione

Quando veniamo accettati all'interno della rete dei contatti, abbiamo l'occasione di aggiungere alle parole "Grazie per l'add" qualcosa che sia utile al nostro scopo.

Quindi, quando ragioniamo su una presentazione efficace, facciamo anche un pensiero riguardo allo spezzare la presentazione in 2: un messaggio per la nota e un continuum sul messaggio di ringraziamento.

Esempio:

Nota- "Vorrei aggiungerla ai contatti per sottoporle un progetto nel settore *|nome_settore|*

Primo messaggio- "Grazie di avermi aggiunto ai contatti, come anticipavo nella nota sto facendo questo progetto..."

Come rispondere quando ci aggiungono su LinkedIn?

E se siamo noi a dover rispondere a una richiesta di contatto?

Dobbiamo innanzitutto cercare di essere magnanimi: se non c'è la nota, perdoniamoli perché “non sanno quel che fanno”, e sentiamo cosa hanno da dire.

La risposta tipica che personalmente utilizzo è:

"grazie di avermi aggiunto ai contatti, mi occupo di *|nome_argomento|*, spero che i contenuti che posto possano tornarti utili."

e poi aggiungo un

"Piccola curiosità: come sei finito nel mio profilo?"

Così si dà il la a una conversazione che fluisce naturalmente in cose interessanti e spunti per chissà quali buoni progetti.

L’occasione di aggiungere la frase alla fine possono essere le più diverse: se per caso organizzate eventi e notate che la persona che vi ha chiesto il contatto è in zona, avete la splendida occasione per un
“noto che sei dalle mie parti, se ti può interessare organizzo un evento il giorno X”

Ovviamente questo è solo un esempio, ognuno può ingegnarsi e prepararsi una serie di messaggi pronti per tutte le occasioni:
“noto che anche tu hai frequentato l’università a Padova, eri per caso nel corso del Professor Xavier?”

Conclusioni

Quindi, se da una parte possiamo cercare online le migliaia di ricette tipicamente americane per avere dei messaggi preconfezionati, dall'altra cerchiamo di elaborare messaggi personali e calibrati alla situazione:

  • Dare del tu è normale quando si è online, optare per il "Lei" può essere altresì necessario quando si parla in determinati frangenti.
  • Si può essere direttissimi nell'esporre il tutto nel primo tweet, oppure prenderla larga e avviare una conversazione tranquilla.
  • I più abili nella scrittura possono approcciarsi dopo aver ricalcato gli sforzi di Raymond Queneau.

Dipende da moltissimi fattori, tutto parte dal contesto e dalla persona a cui noi ci stiamo rivolgendo.
Quindi, come sempre, se ragioniamo con gli occhi del destinatario del messaggio, difficilmente faremo brutta figura.

(*) per essere precisi l'originale è “Al mondo c'è una sola cosa peggiore dell'essere chiacchierati, ed è il non essere chiacchierati.”

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Autore: Helder Monaco / Digital Web 24 team